Abbiamo già parlato degli allevatori italiani, concentrandoci sui requisiti e su quanti sono. Tuttavia nulla vi vieta di cercare il vostro cucciolo anche da allevatori esteri. Possono essere diversi i motivi che vi spingono a questa linea d'azione, i più comuni sono relativi al fatto che magari quella specifica razza di cane in Italia non viene allevata. Oppure state cercando un cucciolo di una particolare linea di sangue che in Italia al momento non c'è. Qualunque sia il motivo, ecco qualche consiglio su come scegliere un allevatore estero.
vai all'indice delle lezioni del corso per allevatoriFondamentalmente quando si sceglie un allevatore estero, bisognerebbe utilizzare i medesimi criteri che si usa per quelli italiani: bisogna trovare un allevatore serio e affidabile, di cui fidarsi. Ma come fare? Prima di tutto, anche all'estero esistono gli equivalenti del nostro Enci: a seconda del paese cambierà il nome dell'ente della cinofilia nazionale. Tuttavia, se avete trovato un allevamento basterà contattare l'ente di quel paese per sapere se davvero quell'allevamento è iscritto o meno al suo ente cinofilo nazionale. Nel caso non lo fosse e non avesse l'affisso, avrete già fatto una buona scrematura.
Se invece l'allevatore risulta registrato, potete provare a valutare la sua affidabilità in diversi modi.
Prima di tutto potete controllare se nei vari club o associazioni di razza di quel paese si parla di quell'allevamento e come se ne parla. In secondo luogo potete valutare come si presenta il suo sito ufficiale o la pagina Facebook/Instagram se ne ha una. Solitamente gli allevatori ci tengono ad avere un bel sito dove mostrare le nuove cucciolate, gli esemplari migliori e a spiegare quali siano le caratteristiche della loro linea di sangue, oltre a far vedere i vari premi vinti durante gare ed esposizioni. In questi casi gli allevatori seri mostrano foto dei loro cani, non foto di repertorio prese su Google e sono anche disponibili ad essere contattati da eventuali futuri proprietari per fornire tutte le informazioni del caso.
Il problema è che, essendo un allevamento all'estero, diventa difficile andare a vedere di persona la cucciolata (sempre previo accordo con l'allevatore). Questo a meno che non abbiate in mente di fare una gita apposita o non abbiate qualcuno di fiducia sul posto che possa fungere da intermediario.
Un altro modo per capire quanto sia attendibile l'allevatore in questione è provare a contattare i veterinari di zona per capire quale sia la reputazione di quell'allevamento, anche se qui il problema diventa la lingua del paese in cui si sta cercando il cane. Comunque sia in generale i veterinari locali sanno dirvi se quello che state cercando è un vero e proprio allevamento o se si tratta di una puppy factory, cioè una rivendita di cuccioli.
Occhio sempre anche alle truffe. Ci riferiamo soprattutto alla tratta dei cuccioli dall'Est Europa, argomento trattato più volte dagli allevatori seri nostrani, dai veterinari o anche da programmi televisivi. Il mood è questo: trovate un annuncio su internet o su un social network di un cucciolo che vi verrà recapitato in maniera più o meno rocambolesca direttamente a casa o all'imbocco dell'autostrada. Talvolta, invece, il cucciolo in questione viene reperito magicamente dal negozio di turno (fortunatamente non tutti sono così) o dalla rivendita di cuccioli che si spaccia per allevamento (ma che di fatto non lo è). Il tutto a prezzi modicissimi: facendo un esempio pratico, il cucciolo di quella razza che da un allevatore italiano iscritto Enci e con affisso avreste pagato 1.000 euro vi viene venduto a 200 euro.
Affarone?
No, truffa. Perché quel cucciolo non arriva da un allevamento che tutela e protegge il benessere animale, ma da persone senza scrupoli che sfruttano le fattrici tenendole in condizioni di vita terribili per farle sfornare una cucciolata via l'altra. E i cuccioli viaggiano in condizioni orribili, stipati in scatoloni nel retro di furgoni o nel bagagliaio delle auto, senza cibo e acqua per ore e ore. Alcuni sopravvivono al viaggio, altri muoiono, altri si ammalano due giorni dopo che li avete presi. Ormai tutti dovrebbero saper riconoscere un sospetto cucciolo proveniente da questa tratta, ma purtroppo ci sono ancora molte persone che ci cascano abbagliate dal "Noi abbiamo fatto l'affarone, siamo più svegli di tutti gli altri!". Eh no, state solamente alimentando un traffico di cuccioli illegale.
Vi indichiamo alcuni segnali che vi possono far capire che quell'annuncio tanto vantaggioso in realtà maschera una tratta di cuccioli illegale: