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I costi e i guadagni per avviare un allevamento
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I costi e i guadagni per avviare un allevamento

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Prima di decidere di aprire un allevamento di cani, bisognerebbe valutare bene anche la questione dei costi e dei guadagni che variano parecchio anche a seconda della tipologia di allevamento: un allevamento con numerosi stalloni e fattrici, che partecipa a esposizioni e gare, che ricerca genealogie particolari avrà dei costi e dei guadagni diversi rispetto a un allevamento amatoriale con pochi cani.

C'è anche un'altra considerazione da fare: il lavoro dell'allevatore è qualcosa che lo occupa 24 ore al giorno, 365 all'anno. I cani vanno gestiti tutto l'anno, quindi se non volete rinunciare a vacanze o al weekend fuori casa, forse conviene scegliere un altro lavoro.

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Sommario:

  1. Prima di tutto etica
  2. Cosa serve, struttura e accessori
  3. I guadagni
  4. I costi

Prima di tutto etica

Il vero allevatore cinofilo non persegue solamente i guadagni fini a se stessi, ma segue la legge e lo spirito del codice etico dell'allevatore Enci.

E' ovvio che se si diventa allevatori professionisti e questo diventa il lavoro principale, un certo occhio di riguardo ai guadagni c'è (d'altra parte si lavora per mangiare). Tuttavia il guadagno non deve diventare la motivazione principale per diventare allevatore: ci va la passione di base per la cinofilia e la cultura cinofila, l'amore peri cani, la dedizione per quella specifica razza e la volontà di contribuire alla preservazione degli standard di razza e alla tutela di quella razza.

Cosa serve, struttura e accessori

Servono diverse cose per poter aprire un allevamento di cani:

  • Location: bisogna scegliere con oculatezza il posto in cui si andrà ad aprire l'allevamento. Questo perché, soprattutto per gli allevamenti dei professionisti, ci vanno ampi spazi. Inoltre bisogna considerare che l'allevamento, configurandosi a livello di legge come attività agricola, dovrà rispettare determinate norme (nazionali, regionali, provinciali e comunali) atte a evitare disturbo ai vicini (disturbo sia a livello sonoro che a livello di eventuali odori). Meglio optare per una zona rurale
  • Spazi adatti: una volta scelta la location, bisognerà assicurarsi di avere gli spazi adatti. Non basta una cuccia: saranno necessari box a norma di legge dove ospitare i cani (devono rispettare determinate disposizioni in merito a dimensioni, numero dei cani alloggiati, spazi ombreggiati, cucce coibentate, ciotole...), box dedicati al parto, un'area dove gestire la femmina con la cucciolata, un'area di sgambamento, locali da adibire ad ufficio, deposito attrezzature e deposito del cibo...
  • Conoscenza delle leggi: ci sono diverse leggi che vanno rispettate per poter aprire un allevamento. La prima è la legge n. 349 del 1993 che regolamenta l'attività cinofila soprattutto individuando l'attività cinotecnica come attività impenditoriale agricola. Quindi l'allevatore cinofilo professionista, i cui redditi da attività cinofila sono prevalenti rispetto ad altre attività non agricole, diventa un imprenditore agricolo a tutti i sensi (tuttavia allevatori amatoriali che producono nell'arco di un anno un tot numero di cani inferiore a quello previsto dalle legge e anche da singole normative regionali, non vengono considerati imprenditori agricoli). Ma questo è solo l'inizio: ci sono normative nazionali che tutelano il benessere animale o che regolamentano il trasporto dei cani, l'identificazione dei cani tramite microchip da conoscere, leggi regionali e norme comunali da rispettare, normativa Asl da rispettare... Ci sono tutta una serie di permessi da richiedere e ottenere prima di poter aprire un allevamento: Partita Iva, autorizzazioni sanitarie dell'Asl, autorizzazione provinciale e regionale per l'attività, richiesta di allaccio di impianto elettrico, scarichi, richiesta dell'affisso Enci...
  • Personale: come dicevamo prima, i cani vanno curati e nutriti 365 giorni all'anno. Per cui bisogna assicurarsi di avere un congruo numero di personale per riuscire a gestire tutti gli animali presenti nell'allevamento in qualsiasi momento. Accanto al personale fisso, poi, bisogna considerare che servirà saltuariamente l'aiuto di un commercialista per quanto riguarda la gestione fiscale dell'attività, un educatore cinofilo per aiutare nella gestione comportamentale (questo soprattutto se chi apre l'allevamento non ha una solida base conoscitiva del mondo canino) e un veterinario da contattare per tutta la parte sanitaria
  • Accessori: una volta che si avranno i locali, gli allacci saranno fatti, tutte le autorizzazioni saranno state date, bisognerà ricordarsi di acquistare cucce, ciotole per il cibo e l'acqua, spazzole e cardatori per la pulizia del pelo dei cani, materiali e attrezzi per la pulizia dei box, cibo per i cani, antiparassitari...

I guadagni

Difficile dire quale possa essere il guadagno: molto dipende dalla tipologia di allevamento e dalle capacità imprenditoriali del singolo.

Il costo a singolo cucciolo varia a seconda della razza, della tipologia di allevamento, della genealogia e del Pedigree. Va da sé che cani di alta genealogia con Pedigree con campioni, di linee particolari costeranno decisamente di più. Idem dicasi per cuccioli di razze particolari e rare.

Quello che è certo è che, nell'immaginario comune, se un allevatore chiede 1.000 euro per un cucciolo quello è il suo guadagno finale. Nulla di più lontano dalla realtà. Basterebbe rifletterci un attimo per capire che non è così: dal prezzo del cucciolo, infatti, vanno scalate tutte le spese viste sopra + eventuali spese accessorie (è il caso, per esempio, di gravidanza problematiche o parti cesarei che abbiano richiesto cure specifiche veterinarie).

Aggiungete poi all'equazione un altro fattore: un allevatore non è mai certo che la gravidanza della femmina andrà a buon fine o che partorirà un congruo numero di cuccioli. La femmina potrebbe avere un aborto o potrebbe nascere un solo cucciolo: un buon imprenditore deve tenere conto anche di questi rovesci della fortuna dal punto di vista economico. Un aborto, una natimortalità o la nascita di pochi cuccioli vogliono dire per l'allevatore un margine di guadagno minimo o a volte inesistente a fronte di tutte le altre spese di base che, invece, sono fisse.

I costi

Per quanto riguarda i costi, bisogna considerare alcune spese di base:

  • costo per l'acquisto/affitto e l'adeguamento della struttura che ospiterà l'allevamento (ivi incluse spese di allacciamento alla rete elettrica, idrica, fognaria, telefonica e relative bollette periodiche)
  • costo per l'acquisto dei cani
  • costo per l'acquisto di tutti gli accessori necessari per la gestione dei cani
  • costi da sostenere per le pratiche burocratiche (richieste di autorizzazioni, marche da bollo, iscrizione all'Enci e richiesta dell'affisso per cominciare)

A queste spese sommate le spese per il mantenimento dei cani:

  • cibo
  • pulizia
  • controlli veterinari di base(inclusa l'applicazione dei microchip)
  • controlli veterinari straordinari (in caso di taglio cesareo, problemi di salute dei cani adulti o dei cuccioli)
  • spese per antiparassitari ed eventuali medicinali per i cani
  • spese per prodotti per la pulizia, sanificazione, di cancelleria

In più aggiungete anche eventuali costi relativi a corsi di approfondimento, master che possono essere d'aiuto per migliorare le proprie conoscenze.

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