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Il Bloodhound o Cane di S. Hubert, tra storia e leggenda
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Il Bloodhound o Cane di S. Hubert, tra storia e leggenda

Cani

Articolo a cura di Dorina Serale e Roberto Fanchini, allevatori e intestatari dell'affisso Il Fiuto dei Laghi, riconosciuto ENCI/FCI

Il Bloodhound, tra storia e leggenda

La storia (leggendaria) più classica narra le vicende di un nobile, Francois Hubert, il quale mentre cacciava di Venerdì Santo con i suoi cani da muta, vide un cervo pararsi innanzi a lui; tra le maestose corna riluceva di splendore un’ imponente croce. Questa visione indusse il nobile F. Hubert a convertirsi al monachesimo e, nel 687 fondò un’abbazia e divenne vescovo di Liegi. Più tardi, fu fatto santo protettore degli sportivi e, in particolare, i cacciatori lo hanno nominato loro patrono. Nelle Ardenne, nei pressi dell’abbazia di Liegi, la razza fu mantenuta per diversi secoli in memoria del santo. Diversi dipinti, anche autorevoli, testimoniano la presenza di questo cane nel tempo presso la nobiltà europea soprattutto in Belgio, Inghilterra, e Francia. Le sue origini si perdono nella notte dei tempi ma sicuramente il St. Hubert, come lo conosciamo oggi è stato selezionato dall’antico St. Hubert, e da razze levriere e di altro genere fino a divenire il Bloodhound che oggi osserviamo.

Tornando a tempi più vicini ad oggi, nell’ultimo secolo e, in special modo dal dopoguerra in poi, numerosi furono gli estimatori della genealogia inglese e altrettanti di quella americana. Il tipo inglese che per parecchi anni ha capeggiato le tendenze europee della razza, è un cane importante, di grossa mole, di aspetto nobile, con molto labbro e numerose pieghe cutanee sul muso. Il tipo americano è un cane più piccolo di dimensioni, con meno labbro e testa meno importante. Famoso soprattutto per la caccia agli schiavi e come cane poliziotto infallibile in tempi più moderni.

Queste due tipologie si sono “inseguite” anche in Europa, dove come cane da esposizione veniva preferito il tipo inglese e denominato appunto Bloodhound e come segugio da seguita un tipo più simile a quello americano in quanto a dimensioni e identificato come St. Hubert per rispetto delle origini. Tanto è vero che diversi testi riportano le differenze morfologiche tra il cane da lavoro ideale e quello da esposizione ideale. Per fortuna negli ultimi anni, diversi estimatori stanno cercando di riunire le divergenze di linee per uniformare di più una razza che, come buon senso suggerirebbe, non può essere solo da lavoro o solamente da esposizione.

I colori ammessi sono il nero focato, il fulvo e il fegato. Le dimensioni ricercate non dovrebbero superare i 70 cm al garrese con un ideale di 67 cm circa per i maschi e di 60 – 63 per le femmine.

Dorina Sarale & Roberto Fanchini

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