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Il cucciolo di Alaskan Malamute e il ruolo dell’educatore - I parte
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Il cucciolo di Alaskan Malamute e il ruolo dell’educatore - I parte

Cani

Articolo a cura di Miriam Nurra, allevatore e intestatario dell'affisso riconosciuto ENCI FCI Alaskan Rock e Master Allevatore ENCI/ANMVI 2019/2020

Il percorso educativo del cucciolo Alaskan Malamute

Voglio concentrarmi sull’educazione del cucciolo tralasciando volutamente il ruolo di addestratore, educatore e eventualmente comportamentalista veterinario nel recupero di cani adulti problematici, questo perché nel caso in cui un cane abbia, per svariate ragioni, sviluppato turbe comportamentali che si manifestano in età adulta, normalmente si ricorre alla figura professionale senza troppo indugio. Cosa diversa è la decisione di iniziare un percorso educativo non appena il nostro piccolo Malamute entra a far parte della famiglia.

L’entusiasmo e un po’ di gelosia iniziale spesso portano le famiglie a vivere come una lunga vacanza spensierata il primo periodo di crescita del cucciolo. Quasi sempre le famiglie che si preparano ad accogliere un cucciolo ci rivolgono con un po’ di scetticismo questa domanda: ha senso rivolgersi ad un educatore o possiamo fare da soli? La risposta è ovviamente un po’ più articolata di un semplice “sì” o “no”.

Chi fa da sé fa per tre (o forse no)

È in linea teorica è possibile educare il nostro cucciolo di Malamute da soli, se il cucciolo stesso è uscito da un percorso di crescita equilibrato nella prima infanzia trascorsa con la madre e se si ha una base decente di informazioni su come ragiona un cane in generale; nello specifico sarebbe opportuno almeno aver letto anche qualche libro sulla specifica educazione dei cani in crescita e sull’etologia della specie. Purtroppo sono pochi e per lo più in inglese, i libri che trattano nello specifico dell’educazione del cane nordico, mentre molti testi sulle razze nordiche disponibili e noti sono compilativi e si limitano a raccontare la storia e a illustrare lo standard dedicando al carattere e all’educazione solo qualche capoverso.

Oggigiorno inoltre si è tentati dalla facilità di reperire informazioni sui social e sui gruppi di razza online, ma io non considero quelle fonti attendibili perché per si tratta di una raccolta disordinata di pareri ed esperienze che, purtroppo non sono quasi mai espressi in modo oggettivo, per cui si rischia di portare “la parte per il tutto” e di cercare di applicare regole o stereotipi dell’educazione al caso e al cucciolo sbagliati ed è proprio questo il problema del fai da te con il cucciolo di Alaskan Malamute, le regole generali e i principi base di educazione che sono ormai noti ai più e snocciolati sui social come dogmi inattaccabili, vanno applicati con una pratica corretta al nostro cucciolo, che ha una personalità estremamente spiccata e un breve, ma importantissimo vissuto che non va assolutamente tralasciato nella scelta della metodologia di educazione.

Quello che noi non possiamo dargli

Dunque, come penso si sia capito dalle righe precedenti, noi consigliamo di iniziare subito un percorso di lezioni base, affidandosi a una persona competente (che dovrete saper riconoscere) per evitare macro errori che arrivati in età adulta avranno originato comportamenti non graditi o addirittura pericolosi per voi, altri o per il cane stesso. Le prime lezioni consentiranno di scandire il tempo da dedicare all’educazione, separandolo dal gioco e ci insegneranno a riconoscere i segnali di stanchezza del cucciolo, permettendoci così di non sovraccaricarlo. Una buona scuola ha sempre anche momenti di relax, che restano pur sempre formativi e nel caso del cucciolo di Malamute, sarà importante rivolgersi a qualcuno che dia il giusto peso anche all’interazione libera fra cani, che normalmente non si può simulare a casa da soli, questa interazione permetterà al cane di continuare ad interagire con altri cani, cuccioli e adulti, di razze con morfologie differenti e mimica differente, il tutto in ambiente protetto e sicuro.

Una piccola nota va fatta sul concetto di sicurezza, io parlo di ambiente sicuro riferendomi sia all’igiene del luogo che all’eventuale presenza di recinzioni. L’ambiente recintato permette al proprietario di rilassarsi e di lasciare interagire il proprio cane liberamente così come la sicurezza che l’educatore abbia valutato i cani da inserire nel gruppo di gioco o eventualmente per la regolamentazione dello stesso; insomma la tranquillità che il cane sregolato e potenzialmente pericoloso non varchi la soglia dell’area cani ha la sua importanza nella socializzazione dei cuccioli.

Miriam Nurra

IL CUCCIOLO DI ALASKAN MALAMUTE E IL RUOLO DELL'EDUCATORE - Parte seconda


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