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Il Labrador Retriever, la storia, le funzioni e la cura
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Il Labrador Retriever, la storia, le funzioni e la cura

Cani

Articolo a cura di Massimo Fiorino, allevatore e intestatario dell'affisso I Neri del Sud, riconosciuto ENCI-FCI

Il Labrador Retriever, storia e linee guida

Anticamente conosciuto come il cane dell’isola di St. John veniva utilizzato dai pescatori che durante la risalita delle reti, se cadevano pesci in mare, mandavano i cani a riportali in barca. Sembrano veritiere le prime notizie riportate che di questi primi cani ci fossero anche intromissioni nella razza di Border Collie, di soggetti molossoidi e forse di Foxhound. Questa prima miscellanea produsse cani con buon temperamento, di facile addestrabilità, docilità, buona predazione e soprattutto istinto al riporto, e con anche caratteristiche fisiche come grande galleggiabilità, buon fiuto, ottima vista e udito e soprattutto grande resistenza al freddo e al nuoto.

Entrando nel vivo della razza, anche se ci sono diverse scuole di pensiero come lo Standard Americano di cui il Kennel Club U.S.A. ha introdotto un proprio standard tipo con un cane di una struttura morfologica più pesante sia di osso che di muscolatura, un filo più tozzo con ampia testa e torace molto tondo con peso che può talvolta raggiungere e superare i 45/kg (cani maschi). Mentre il più tipico Standard Inglese (riconosciuto dalla FCI) parla nel suo insieme di cani più leggeri (maschi che non superino i 38/kg) con un cranio di buone dimensioni ma non eccessive, di un torace tipico a “botte”, di una spalla ben proporzionata, con un treno posteriore largo e forte tutto questo da favorire una forte spinta nella corsa ma allo stesso tempo anche di una buonissima galleggiabilità in acqua e con una grossa coda nell’attaccatura al tronco che poi si assottiglia gradualmente verso la punta che tipicamente viene chiamata “coda di lontra” che serve da timone durante il nuoto.

Penso che l’integrazione del cucciolo nel branco sia di fondamentale efficacia per costruire un carattere ben bilanciato e soprattutto, dall'osservazione del loro comportamento con cani adulti, quali possano essere cuccioli più sottomessi e cuccioli con più temperamento, tipo "soggetti alfa". Tutto ciò mi da la possibilità di poi poter affidare il soggetto giusto alla famiglia con determinate specificità. Tra le caratteristiche fondamentali della razza Retriever e in special modo del Labrador ci sono il temperamento e il carattere. C’è da dire che questi due aspetti hanno sicuramente basi genetico-ereditarie ma fondamentale sono la selezione fatta dall’allevatore e l’ambiente dove il cucciolo cresce nelle sue prime fasi. Questi aspetti contribuiranno a determinare il carattere che il cucciolo consoliderà nel tempo.

Da questo temperamento, fissato da una buona selezione, si potrà ottenere un ottimo carattere o il contrario. Personalmente, preferisco che i miei cuccioli, specialmente nelle prime fasi della loro vita, già dai 35/40 giorni, incomincino a socializzare con il branco (nel mio allevamento ho 12 Labrador di diverse fasce di età), sempre sotto la mia attenzione poiché il loro fare, molto giocoso, non arrechi danni al cucciolo. Inoltre, è primario che l’allevatore, oltre a ricercare dei buoni soggetti per migliorarne la selezione sia dal punto di vista caratteriale, come dicevamo prima, si interessi particolarmente anche al fattore genetico, ossia come fare accoppiare soggetti “puliti” sia di displasia di anche e gomito così come dalle patologie

patologie genetiche che potrebbero affliggere la razza: l’ EIC (collasso da sforzo – disturbo neuromuscolare), PRA-PRCD (atrofia progressiva della retina), HNPK (Paracheratosi Nasale Ereditaria), Narcolessia, CNM (miopatia centronucleare), SD2 (displasia scheletrica 2 nanismo), RD/OSD (displasia della retina). L’allevatore serio fa eseguire tutti i controlli della displasia e delle malattie ereditarie genetiche prima di qualsiasi accoppiamento in modo che la futura prole abbia la possibilità di risultare esente.

Massimo Fiorino

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