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Il linguaggio del Dalmata - parte prima
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Il linguaggio del Dalmata - parte prima

Cani

Articolo a cura di Cesare Filippelli, allevatore di Dalmata e intestatario dell'affisso MondoDalmata riconosciuto ENCI/FCI e Master Allevatore ENCI 2012.

Il linguaggio del Dalmata

Per chi ha il piacere di avere come compagno di vita un cane di razza Dalmata, conosce bene i tanti modi di comunicare che usano per attirare l'attenzione, per dimostrarci il loro infinito affetto ma non solo. Vediamo di entrare nel merito della comunicazione di un cane, cioè la trasmissione di informazioni da un individuo a un altro questo aspetto è fondamentale nel comportamento sociale di qualsiasi specie, umana compresa. Il Dalmata appartiene al 6° gruppo (cani per pista di sangue) questa classificazione perché nel corso della sua evoluzione ha sviluppo dei sensi molto fini come vista, olfatto, tatto e gusto...

Ma ritorniamo alla comunicazione ne esistono diversi tipi:

- Comunicazione chimica: olfatto e paraolfatto
- Comunicazione visiva
- Comunicazione acustica
- Comunicazione tattile l'olfatto e il paraolfatto

L'olfatto del Dalmata è il senso maggiormente sviluppato ed è lo strumento più preciso per rintracciare sostanze di varia natura.
Ecco alcuni dati che confrontano le capacità olfattive del cane e dell'uomo: Superficie epiteliale olfattiva = 18-150 cm2 nel cane; 3-4 cm2 nell'uomo.
Recettori olfattivi = 220 milioni nel cane; 5 milioni nell'uomo.
Nel Dalmata, come in altri animali, è presente l'organo vomeronasale (VNO) o organo di Jacobson. Esso permette di percepire alcune sostanze chimiche, i feromoni, che l'essere umano non può invece percepire.

La comunicazione olfattiva tra cani è fondamentale. Basti vedere cosa accade al momento dell'incontro tra due cani (si annusano nelle zone genitali, anale e padiglione auricolare), e dalle marcature olfattive (attraverso le feci e soprattutto le urine i cani sono in grado di capire l'età, il sesso, la mole e lo stato gerarchico del cane che le ha lasciate).
La comunicazione visiva:
I cani non parlano, ma attraverso il loro corpo comunicano con i loro simili e con noi. Le orecchie, la coda, i peli, lo sguardo e la posizione del corpo ci possono dire molto su quello che un cane sta cercando di dirci. Questo insieme di caratteri (la posizione delle orecchie, della coda, ecc.) concorrono a definire la "postura" del cane. Vediamo alcuni esempi.
La "postura dominante" è quella assunta da un cane che vuole comunicare la sua superiorità gerarchica, la sua sicurezza.

Essa è caratterizzata da:
- orecchie dritte in avanti,
- coda tenuta in vista, ben in alto, ad angolo retto rispetto al corpo,
- il corpo è rigido, duro.

Attenzione: un cane dominante è un cane sicuro, questo non vuol dire che sia aggressivo, al contrario.

Generalmente, l'individuo più dominante tra due cani, si pone ad angolo retto rispetto all'altro cane, con il muso sulle scapole del sottomesso (T-position). Non è raro vederne uno porre le zampe sulla schiena dell'altro e assumere una posizione che viene erroneamente interpretata come una posizione di monta sessuale, ma che in realtà non ha niente di sessuale. La monta, soprattutto tra cani dello stesso sesso, è un chiaro segnale di dominanza: chi monta domina!

Il comportamento di un cane che vuole dimostrarsi dominante nei confronti di una persona è simile. Ad esempio, può posizionarsi più in alto rispetto ad essa, mettendo le zampe sul petto o salendo in braccio alla persona. Anche la monta assume lo stesso significato: un cane che monta una gamba o un piede potrebbe voler dimostrare la sua dominanza, la sua superiorità gerarchica.

IL LINGUAGGIO DEL DALMATA - parte seconda in programma 13.9.2022

Cesare Filippelli

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