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L'Alaskan Malamute e il lavoro - Parte terza
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L'Alaskan Malamute e il lavoro - Parte terza

Cani

Articolo a cura di Miriam Nurra, allevatore e intestatario dell'affisso riconosciuto ENCI FCI Alaskan Rock e Master Allevatore ENCI/ANMVI 2019/2020

L'Alaskan Malamute e il lavoro

Ci sono buone probabilità che l’attitudine alla corsa, il cosiddetto “desire to run”, sia legato ad un insieme di caratteri ereditabili, così come una certa attitudine al ruolo di lead dog (cane di testa, che corre davanti agli altri) dunque oltre a privilegiare quei cani che hanno dimostrato grande predisposizione fisica al lavoro, i musher/allevatori selezionano, come ho già detto, tenendo in gran conto le doti caratteriali dei soggetti riproduttori.

L’impronta delle scelte di questi allevatori, specialmente nel caso di centri con 20 o 30 anni di selezione porta, a mio parere, a poter parlare di linee da lavoro che appunto negli ultimi decenni si sono rese fortemente identificabili sia nello stile di lavoro sia nel tipo fisico. Se il cane ideale è quello rappresentato dallo Standard, sono dunque i cani selezionati in questo modo i cani ideali?

A questo punto è d’obbligo affrontare la nota dolente di questa analisi. Se diamo per certo (e questa è la mia posizione) che da queste linee nascano, per lo meno in percentuale molto maggiore, cani con spiccata attitudine al lavoro e doti fisiche notevoli, è accettabile che molti di questi cani si discostino dalle caratteristiche estetiche richieste dallo Standard? La risposta è nella maggior parte dei casi: sì, dovendo privilegiare l’ attitudine, la resistenza, la tolleranza, il movimento e quant’altro descritto sopra, alcuni difetti (intesi come divergenze dallo standard per lo più estetiche) sono state ammesse nella suddetta selezione. Facciamo un esempio: un maschio di 5 anni si dimostra un buon leader, un infaticabile trottatore, tollerante con i cani dello stesso sesso, docile con il musher… ma…presenta alcune caratteristiche indesiderabili, per esempio gli occhi gialli, oppure una coda

che non è una perfetta piuma ondeggiante al vento, oppure una fisionomia un po’ leggera o poco mento… Che fare? Non riprodurlo? La scelta chiaramente a questo punto la fa la responsabilità e l’interesse (non inteso come economico, ma proprio, l’ambito di interesse da privilegiare) dell’allevatore. Il musher molto probabilmente riprodurrà quel cane. Non solo, scendendo in questioni un po’ più tecniche la proporzione Standard garrese-gomito, gomito-suolo 1:1, la si vedrà facilmente spostata a favore di una gamba un po’ più lunga (difficilmente invece succederà l’inverso, ossia gamba molto corta e torace profondo).

Cani dal trotto ampio e elastico saranno sempre preferiti a cani con movimento legato (o al contrario “flottante”), ma all’atto pratico saranno spesso leggermente lunghi, rispetto a quelli cui si è abituati, specialmente in Italia. Lunghi ma non insellati, perché la robustezza della schiena è un criterio che tra i cani da lavoro è una conditio sine qua non. Volendo tirare le somme, basta guardare i cani dei succitati allevamenti (il materiale è abbondante su internet - affissi riportati in Alaskan Malamute e il lavoro - Parte prima), per notare una forte omogeneità di tipo all’interno della “linea” e, nello stesso modo si possono notare anche i difetti, ossia le differenze rispetto allo Standard appunto, così come guardando foto e video di esposizioni canine si potranno notare differenti divergenze rispetto allo Standard, apprezzate magari perché rendono il cane più appariscente o imponente. Ora, inserisco opinioni assolutamente personali, che sono e sarò sempre disponibile a discutere con chiunque abbia il desiderio di farlo serenamente e in un modo costruttivo.

Lo standard del Malamute dà una descrizione abbastanza accurata di proporzioni, tipo della testa, qualità del pelo, angolature ecc… da queste descrizioni sono state tratte esplicative illustrazioni. Descrive anche con chiarezza lo scopo, il lavoro per cui questi cani sono stati selezionati: cane da traino pesante in condizioni artiche. Dunque se ci si dedica con a volte maniacale dedizione, a ricercare nella propria selezione, il soggetto perfettamente corrispondente al modello Standard, perché non fare lo stesso con l’altra parte del testo?

E soprattutto perché non riconoscere il giusto valore a chi ha dedicato praticamente la vita a mettere in pratica la raccomandazione più difficile dello standard: La funzione? Sembrerebbe esserci una risposta semplice: se il cane corrisponde al modello, sarà in grado di svolgere la funzione. Onestamente non è così. Come ampiamente argomentato sopra, una gran parte della qualità del lavoro, specialmente in condizioni difficili, dipende dall’attitudine mentale oltre che fisica, inoltre, anche questo concetto è già stato espresso, ma ci tengo a ribadirlo, non tutte le caratteristiche che fanno di un cane di razza un cane da slitta sono “visibili”. Dunque, a mio parere, la questione dovrebbe essere giudicare i soggetti, i riproduttori, utilizzando TUTTO lo Standard, per dare un giudizio completo che tenga conto di tutto quello che viene descritto nello stesso, la funzione non è un optional, altrimenti non sarebbe stata inserita al pari della minuziosa descrizione fisica.

Miriam Nurra

L'ALASKAN MALAMUTE e IL LAVORO - PARTE PRIMA
L'ALASKAN MALAMUTE e IL LAVORO - PARTE SECONDA
L'ALASKAN MALAMUTE e IL LAVORO - PARTE QUARTA

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