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La storia, la morfologia e il carattere del Border Terrier
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La storia, la morfologia e il carattere del Border Terrier

Cani

La storia del Border Terrier


Il Border si discosta da tutti gli altri terrier grazie alla particolare conformazione della testa che si presenta piuttosto brevilinea e forte (brachicefala) in apparente contrasto con un corpo longilineo e asciutto (mesomorfo leggero). Se l'espressione di questo piccolo terrier conquista per la sua intensità, la sua conformazione generale gli consente di percorrere senza fatica grandi distanze su ogni tipo di terreno, mentre la potenza della sua presa gli permette di afferrare saldamente la preda, una volta raggiunta tra gli anfratti rocciosi che caratterizzano la sua terra d'origine.

Anticamente conosciuto come Coquetdale Terrier o anche Elterwater Terrier, il Border fu riconosciuto dal Kennel Club inglese solo nel 1920, anche se già i suoi progenitori nel XIX secolo venivano esposti nella generica categoria dei "working terrier", unitamente al Dandie Dinmond Terrier e ad un vecchio tipo di Bedlington, nell'ambito delle tradizionali fiere agricole. Un ruolo molto importante per la definizione dello Standard, l'ebbe il Nothumberland Border Terrier Club che già prima del riconoscimento ufficiale da parte del Kennel Club, si adoperò perché questi abilissimi terrier non perdessero le eccezionali prerogative venatorie, prevedendo i potenziali danni derivanti dal fatto di poter divenire un cane da show.

Successivamente al riconoscimento ufficiale fu fondato anche il Border Terrier Club che ebbe come obiettivo prioritario la valorizzazione di un tipo di selezione che tenesse conto, in egual misura, sia del lato estetico - morfologico che quello sportivo – venatorio. Nei Paesi anglosassoni e scandinavi oltre ad essere un apprezzatissimo cane di casa, è attualmente uno dei terrier più diffusi e meglio allevati.

La morfologia del Border Terrier e il suo carattere

Il suo carattere vivace ma equilibrato, la sua rusticità, la taglia ridotta e la facilità nel mantenere in ordine il mantello, ne fanno infatti un versatile cane da compagnia che vi chiederà solo qualche passeggiata tra il verde, per potervi dimostrare di aver mantenuto tutte le prerogative di un vero terrier! Come quasi tutti gli standard inglesi, anche quello del Border, se dal punto di vista cinotecnico lascia molto spazio all'immaginazione, fornisce però delle preziose chiavi di lettura per comprenderne il "tipo". A partire dai primi essenziali paragrafi, si sottolinea infatti che questa

razza è stata creata per il lavoro e che ogni valutazione deve essere compiuta in tal senso, così come il paragone con quella della lontra, ci fornisce un'immediata immagine che non lascia dubbi sia sulla conformazione della testa, che sulla giusta espressione.

Circa le proporzioni generali è mia opinione che un buon soggetto debba presentare una lunghezza del tronco che si avvicina (per eccesso) a quella dell'altezza misurata al garrese, una collo asciutto e lungo almeno quanto la testa. Il Border potrebbe apparire più alto sugli arti di quello che è in realtà, a causa di un profilo inferiore che, partendo da uno torace disceso sino a lambire il gomito, risale dolcemente verso un ventre piuttosto retratto.

Un torace quindi che, se afferrato appena dietro ai gomiti, possa consentire agli indici e ai pollici di una mano maschile di toccarsi ( in gergo; "spannabile").

Il tronco nell'insieme appare "asciutto" e tonico con il dorso abbastanza lungo, il rene piuttosto corto e la groppa lunga, ma non scoscesa. Il garrese è rilevato ma non tanto da conferire alla linea superiore un aspetto "rampante". In questa antica razza, anche nei soggetti selezionati prevalentemente per la morfologia, ogni esasperazione deve essere bandita; "sobrietà morfologica" deve essere la parola d'ordine! Anche gli arti, sempre in perfetto appiombo, presentano un'ossatura non pesante, piedi piccoli e compatti ("da gatto") nonché delle angolazioni funzionali ad un movimento sciolto e leggero ad ogni andatura. La coda che è una regione tipicizzante la razza, è inserita a livello della linea dorsale e in movimento viene portata allegra, ma mai a candela o peggio ricurva sul dorso. La sua radice è grossa e la lunghezza moderata, tanto che abbassata non dovrebbe raggiungere la punta del garretto. Nonostante la sua "importanza" la testa deve apparire proporzionata all'insieme. È significativo che nella scala dei punti contenuta nel vecchio standard, le si attribuiva il valore di 20, mentre al massimo alle altre regioni si attribuiva un valore di 10 punti! Il cranio, visto dell'alto, appare quadrato e il muso, nettamente più corto della metà della lunghezza della testa, ha una base anatomica larga e si mantiene forte sino al tartufo che non deve mai apparire sporgente. Il salto naso frontale (stop) è evidente ma non troppo profondo anche se a prima vista potrebbe sembrare più accentuato a causa del buono sviluppo delle arcate sopracciliari e del folto pelo che le ricopre. Una testa ideale ha gli assi cranio facciali paralleli, masseteri robusti, ma non appesantiti da un eccessivo sviluppo muscolare, nonché una dentatura molto forte, se rapportata alla taglia della razza, con incisivi perfettamente allineati e i canini ben distanziati. La chiusura corretta è "a forbice", ma anche quella a "tenaglia" è ammessa. Le orecchi, inserite in alto, presentano un padiglione di moderata grandezza e di forma triangolare; quando il soggetto è in attenzione, ricadono in avanti, formando una piega appena rilevata rispetto al profilo del cranio. L'espressione è intensa. Gli occhi, di media grandezza, sono ben distanziati tra loro, in posizione sub frontale e ben incastonati. Come già accennato i seni frontali sono ben sviluppati e la regione sottorbitale non troppo cesellata.

A prescindere del colore del mantello, degli occhi decisamente scuri e delle rime palpebrali (così come le mucose in generale) ben pigmentate sono molto apprezzabili. Il colore del mantello va dal fulvo al nero focato, entrambi in tutte le sfumature. Molto frequenti sono anche i soggetti che appaiono brizzolati. Il mantello di copertura che è costituito da peli di struttura "caprina" e ruvidi al tatto, deve fornire una buona protezione della cute. La pelle spessa e il sottopelo, consentono invece al Border di lavorare anche durante la stagione più fredda. Questa razza non richiede un "trimming" troppo frequente o complesso, anche se, con l'esclusiva tecnica dello "stripping", si possono valorizzare la tessitura del mantello e le sobrietà delle linee.

Frange o eccesso di barba e baffi, oltre che a tradire una tessitura del pelo non ideale, sono estranei alla tipicità della razza. Trattandosi di una razza utilizzata per la caccia in tana, il rispetto della taglia (prevista dallo Standard) è di assoluta importanza.

Alberto Marengoni
Allevatore e Giudice FCI

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