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Iscrizione all'Anagrafe Canina e documentazione: il microchip
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Iscrizione all'Anagrafe Canina e documentazione: il microchip

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Così come esistono tempistiche precise per compilazione e consegna del Modello A e del Modello B per iscrivere una cucciolata all'Enci e poter richiedere il Pedigree, esistono tempistiche precise per l'applicazione del microchip alla cucciolata, l'iscrizione all'Anagrafe Canina e regole da seguire. Precisiamo subito che non è possibile avere un cucciolo con Pedigree, ma che viene venduto sprovvisto di microchip (il classico "Ah, no, il microchip non l'ho messo per evitare di fare il passaggio di proprietà, chieda al suo veterinario di metterglielo"). Questo perché nel Modello B, cioè la denuncia di cucciolata necessaria per poter iscrivere la cucciolata e richiedere il Pedigree, bisogna inserire anche il numero del microchip e indicare i dati dell'allevatore. Come è dunque possibile avere un cucciolo con ipotetico Pedigree senza che sia microchippato visto che per ottenere il Pedigree è richiesto il numero di microchip?

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Sommario:

  1. Come avviene l'iscrizione all'Anagrafe Canina?
  2. Entro quando mettere il microchip al cane?
  3. Chi applica il microchip al cane?
  4. A chi vanno intestati i microchip dei cuccioli?
  5. Documentazione e foglio di applicazione del microchip

Come avviene l'iscrizione all'Anagrafe Canina?

L'iscrizione all'Anagrafe Canina del cucciolo avviene contestualmente all'inserimento del microchip e compilazione della relativa documentazione. Quando il veterinario applica il microchip al cucciolo ecco che compila anche la relativa documentazione e provvede a inserire il microchip nell'Anagrafe Canina. Quindi se funziona tutto correttamente, applicare il microchip e iscrivere il cane all'Anagrafe Canina sono in pratica lo stesso atto.

Entro quando mettere il microchip al cane?

Per la legge italiana bisogna ricordare che:

1. Il microchip al cane va inserito entro e non oltre i due mesi di vita (60 giorni);

2. Non si possono cedere, vendere o anche solo regalare cani che siano sprovvisti di microchip.
Questo è stato fatto per tutelare i cani in modo che cuccioli e adulti siano sempre rintracciabili, onde evitare traffici illeciti.

Seguendo quanto detto, non solo non si possono acquistare per legge cani che non abbiano il microchip, ma non si possono neanche regalare. Quindi anche la classica situazione del "Il cucciolo me l'ha regalato mio cugino, ma non ha il microchip" tecnicamente è passibile di sanzione: il cugino, in quanto proprietario della fattrice ipotizziamo, avrebbe dovuto inserire i microchip a nome suo e poi effettuare il passaggio di proprietà nel momento in cui regalava i cani. La legge in questo caso non tiene conto del fatto che il cane sia di razza o meno, che venga venduto o regalato: prima di essere ceduto, qualsiasi cane deve avere il microchip.

Chi applica il microchip al cane?

Il veterinario è l'unico a poter applicare il microchip ai cani e registrarli così in Anagrafe Canina. Ci sono però delle limitazioni che il veterinario è tenuto a rispettare:

  1. Il veterinario può microchippare solamente cuccioli e cani di persone che risiedono nella sua stessa regione: un veterinario della Lombardia non può applicare i microchip a cani di persone che risiedono in Emilia-Romagna per esempio;
  2. Il veterinario può applicare solamente i microchip da lui stesso acquistati: il veterinario non può applicare e registrare microchip venuti da chissà dove. Questo perché nel momento in cui il veterinario acquista dagli appositi grossisti i microchip, i numeri di tali microchip vengono caricati a suo nome in modo che siano sempre rintracciabili. Questo vuol dire che il veterinario potrò applicare e registrare solo quei microchip con numeri registrati a nome suo. E' importante sottolineare questa cosa perché c'è una pratica scorretta che purtroppo ancora oggi viene messa in atto. La situazione tipica è questa: cucciolo che arriva da un "allevamento" sprovvisto di microchip, ma con sorridente proprietario che tira fuori un microchip e dice al veterinario che l'"allevatore" gli ha dato quel microchip e che il veterinario dovrà inserirlo direttamente a nome del nuovo proprietario. Ecco, questa procedura viola la legge in così tanti modi che c'è da rimanere stupefatti. Prima di tutto l'"allevatore" ha ceduto un cucciolo sprovvisto di microchip: già questo non si può fare. Poi ha per le mani un microchip che non dovrebbe avere visto che sono vendibili solamente a un veterinario (oltretutto solo a un veterinario che abbia richiesto apposita autorizzazione ai Servizi dell'Asl per poter applicare i microchip): come ha fatto ad averlo? Chi glielo ha venduto? Infine chiede che un veterinario qualsiasi applichi un microchip non da lui acquistato e quindi con numero non caricato a nome suo: se l'incauto veterinario decidesse di applicarlo lo stesso e partisse un controllo crociato dell'Asl, sarebbero guai legali non da poco

A chi vanno intestati i microchip dei cuccioli?

I microchip dei cuccioli vanno intestati per legge al proprietario della fattrice il quale, oltre a compilare il Modello B di nascita della cucciolata da spedire all'Enci per ottenere il Pedigree, dovrà ricordarsi anche di segnalare la nascita della cucciolata all'Asl di competenza.

A proposito di questo: non in tutte le Regioni è richiesta tale procedura e, a volte, nell'ambito della stessa Regione, la procedura cambia anche a seconda della provincia. Possono anche cambiare le tempistiche. In generale, in tale dichiarazione bisognerà semplicemente indicare all'Asl che da quella cagna con quel microchip sono nati tot cuccioli maschi e femmine, segnalando i vivi e gli eventuali morti. Il consiglio è quello di chiedere al vostro veterinario di fiducia se nella vostra regione e provincia ci siano disposizioni particolari in materia.

Dal canto suo il veterinario che è stato chiamato ad assistere al parto o che controllerà la cucciolata, dovrà provvedere a inviare medesima segnalazione all'Asl (anche qui, però, la procedura varia: a volte è solo il proprietario che deve inviarla, a volte anche il veterinario). In questo modo l'Asl potrà controllare che sul suo territorio non ci siano traffici anomali di cuccioli. Va da sé che un altro controllo che potrebbe fare l'Asl è quello relativo al fatto che il proprietario della fattrice che ha denunciato correttamente la nascita, provveda ad applicare i microchip ai cuccioli intestandoli a se stesso e che poi corrispondano tot passaggi di proprietà a nuovi proprietari.

Documentazione e foglio di applicazione del microchip

Per quanto riguarda la documentazione, di per sé il veterinario vi fornirà due copie dell'apposito modello di applicazione del microchip (la cui forma varia leggermente da Regione a Regione).

Nel documento devono essere obbligatoriamente indicati:

  • nome e cognome del proprietario del cane (in caso di cucciolata, corrisponde al proprietario della fattrice)
  • indirizzo e numero di telefono del proprietario del cane
  • domiciliazione del cane se diversa dalla residenza del proprietario del cane
  • dati del cane: nome, razza, data di nascita, colore del mantello, eventuali note (taglia del cane in caso di meticci, particolarità di mantello o conformazione)
  • fustella del microchip
  • data e luogo di applicazione del microchip
  • firma del proprietario
  • firma e timbro del veterinario

Questa è la prima parte del documento di applicazione del microchip. La seconda parte del documento solitamente serve per comunicare passaggi di proprietà o decesso del cane.Il veterinario compilerà tre copie del suddetto documento: una copia rimarrà a lui (che dovrà poi consegnarla ai Servizi Veterinari competenti di zona) e due al proprietario del cane.

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